Quesito importante: in cosa
consiste l’aver cura di sé?
Per rispondere a tale domanda è necessario riferirsi a
Socrate che nell’ Apologia sostiene che:
aver cura di sé significa imparare a lasciare da parte
l’inessenziale e soprattutto ciò che distrae la mente dal concentrarsi sull’irrinunciabile.
Aver cura della saggezza, della verità e della virtù sono
pratiche irrinunciabili per fare del tempo che ci è dato una vita degna di
essere vissuta
Ma per attuare
una simile pratica è necessario conoscere se stessi.
Significa conoscere la propria anima che è l’essenza del
nostro essere.
Conoscere se stessi ____ condizione preliminare per _____ Aver cura di sè
L’importanza di conoscere se stessi: è necessario sia
per raggiungere un certo grado di serenità, sia per agire in maniera conforme
alle proprie qualità, per far fiorire le proprie potenzialità.
Più si conosce se stessi più si può aspirare a vivere una
vita piena.
Lavorare su se stessi significa fare lavoro si spiritualità.
È la pratica e l’esperienza per mezzo di cui il soggetto attua delle
trasformazioni su se stesso per accedere alla VERITA’ Non è qualcosa disponibile in maniera
oggettiva, ma è un obiettivo a cui si accede plasmando se stessi. È il sapere
dell’anima
Conoscere se stessi: consiste in atti riflessivi
in cui la vita della mente viene analizzata in tutti i suoi aspetti.
La RIFLESSIONE è l’atto per cui si osserva se stessi
la riflessione si differenzia dal pensiero perché:
¢ Il
pensiero: si occupa di qualcosa che è diverso da pensiero stesso;
¢ La
riflessione: pensa i pensieri.
Pensare i pensieri prevede un processo di autocomprensione,
che consiste nel mettere in pratica la qualità maggiore della mente ovvero
analizzare il valore di ogni pensiero. Esistono infatti 2 tipi di pensiero:
Pensieri fondamentali
¢ Ruolo
fondamentale nelle decisioni esistenziali
Pensieri superficiali
¢ Impatto
poco importante sui vissuti personali
Pensarsi significa entrare
in contatto con la propria sfera più intima, per capire verso quali aspetti del
proprio essere bisogna concentrare le proprie energie e risorse.
Per questo motivo è fondamentale sgombrarsi
da tutto ciò che ci distrae dal mettere in pratica questo lavoro di autoindagine.
Tale pratica è però infinita
perché le relazioni con gli altri e le esperienze vissute ci sottopongono ad un
continuo cambiamento.
MA
Un aspetto importante, da non
sottovalutare nel momento in cui si mette in atto questo processo di
autoindagine, è la presenza delle emozioni.
Rappresentano un sentire di
sfondo che non si presenta nel momento in cui penso, ma è già presente in
precedenza
Non si può non prendere atto che
sempre ci si trova in una situazione emotiva
Rapportarsi con le proprie
emozioni è compito però assai complesso:
“quando uno ti irrita, sappi
che è la tua opinione che ti ha irritato. Come prima cosa cerca quindi di non lasciarti
trascinare subito dalle rappresentazioni” Epiteto
Per mettere in pratica tale
assunto bisogna avere una buona conoscenza di se stessi e delle proprie
emozioni, queste ultime possono a volte essere irrazionali e fondarsi su false
convinzioni, mancano infatti componenti cognitive:
Visione cognitiva delle
emozioni.
Martha nussbaum: differenza tra:
Emozioni di fondo
¢ Sono
quelle emozioni attaccate alla carne dell’anima e che, in quanto tali, ci
caratterizzano. Individuare i sentimenti fondamentali significa cogliere la
propria colorazione affettiva.
Emozioni situazionali
¢ Sono
quelle legate a particolari esperienze, più o meno estemporanee e che non vanno
a toccare il nucleo delle nostre credenze più vitali.
Ma: come si può fare contro le
tonalità emotive negative?
Heidegger: non cercare di
liberarsi di una tonalità emotiva negativa concentrandosi su di essa, ma
coltivare la tonalità opposta.
coltivare pratiche spirituali.
Gli esercizi spirituali
servono per sviluppare certe posture della mente, come dice Plotino: “scolpire
la propria statua”.
Qual è lo scopo di tale pratica?
PROMUOVERE IL MIGLIORAMENTO E LA
REALIZZAZIONE DI Sé.
Specifica delle posture mentali
da coltivare per fare pratica spirituale:
¢ Dare
attenzione: attenzione su di sé e sui propri vissuti (concentrazione
interiore);
¢ Fare
silenzio interiore: quiete dell’anima, stato di riposo, rilassamento
interiore, rendere inattivo l’inessenziale;
¢ Concedersi
tempo: interrompere il fare frenetico per trovare il tempo di pensare;
¢ Togliere
via: togliere ciò che non aiuta a trovare la strada, purificazione;
¢ Cercare
l’essenziale: prendere le distanze dal pensare comune per lasciar spazio ai
discorsi vitali;
¢ Coltivare
la forza vitale: per pensare con l’anima ci vuole forza vitale che tiene il
nostro “esserci” presente e attivo;
¢ Scrivere
il pensare: accompagnare il lavoro interiore con la scrittura per avere i
principi del vivere evidenti e nitidi, devono essere scritti in modo conciso ed
essenziale.
Le direzioni di senso del processo di autoanalisi:
¢ Ricordare
sempre a se stessi i limiti del proprio sapere;
¢ Avere
un confronto con diversi saperi;
¢ Coltivare
e salvaguardare la libertà di pensare;
¢ Pensare
insieme.
Bibliografia: L.Mortari "Aver cura della vita della mente", La Nuova Italia, Venezia, 2002
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